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Biodiversità e lotta allo spreco alimentare

Uno dei temi all’ordine del giorno parlando di ambiente e cibo è sicuramente la biodiversità: una parola nata da pochissimi anni, più esattamente nel 1986, ma che racchiude in se un significato che coinvolge tutto il pianeta. Biodiversità infatti indica la diversificazione e la varietà in ogni micro-sistema o macro-sistema esistente: dagli organismi monocellulari, alle specie animali e vegetali, fino ad arrivare ad interi ecosistemi; tutti questi elementi durante le loro vite tendono ad interagire e quindi ad influenzarsi tra loro. Il loro continuo toccarsi e condizionarsi a vicenda crea quella che è la nostra realtà, quando uno di loro viene modificato o addirittura scompare, vi è uno squilibrio nel sistema generale. Sembra ovvio dedurre quindi che con una sempre crescente riduzione della biodiversità stiamo inesorabilmente danneggiando un equilibrio che è rimasto intatto per millenni di anni.

Quando si tratta di situazioni così complesse e che comprendono un numero vasto di variabili all’interno della loro stessa storia è complicato puntare il dito contro una, due o determinate cause principali: la verità è che un comportamento generale sempre più volto al consumismo, allo spreco e al totale disinteresse verso le consequenze delle zioni non è sicuramente l’unico problema, ma è un atteggiamento che sta contribuendo alla crescita di questo triste ed inesorabile destino, e cioè l’estinzione di alcuni cibi.
Il cibo è uno degli elementi che in alcune culture viene sentito come preponderante, attraverso il quale interi popoli si identificano, sembra quindi assurdo affermare che le stesse persone che amano le proprie origini e che cercano di esaltarle, con il loro comportamento stanno contribuendo alla loro distruzione.

Rapporti ufficiali indicano che indicativamente in un anno vi sono più di 3 miliardi di tonnellate di anidride carbonica (la molecola CO2) emessa solamente per confezionare prodotti non utilizzati, e cioè che vengono buttati. Per non parlare invece dell’impiego della materia prima, dell’acqua, ed anche della lavorazione dei terreni che vengono usati per la produzione di quesi “prodotti sprecati”, tutti elementi che vanno a sommarsi ad una situazione già di per se delicata. Tali fattori insieme portano ad un solo risultato: la modifica di equilibri climatici ed ambientali. Mutando le caratteristiche di un luogo, stiamo minacciando giorno dopo giorno la sua biodiversità.

Per poter contrastare e rallentare questo processo che ad oggi sembra inesorabile ci sono atteggiamenti e precauzioni che è possibile assumere. L’informazione è forse uno degli aspetti più importanti per la lotta allo spreco del cibo: ce lo ha ricordato un evento di risonanza mondiale che ha avuto luogo a Milano nel 2015, L’Expo che con il suo slogan principale “Nutrire il Pianeta, energia per la vita”, ha cercato di sensibilizzare tutta la popolazione. Il decennio 2011-2020 è stato dichiarato dall’ONU come Decennio della Biodiversità, con la volontà di sensibilizzare quante più persone possibile sul nostro comportamento quotidiano, e su quanto ogni singola azione che sembra innocua possa avere ripercussioni sull’esistenza di numerosi esseri viventi ed habitat naturali.
Ci sono inoltre associazioni che si impegnano quotidianamente in questa lotta: Slow Food è infatti un’associazione no-profit che si occupa proprio di portare informazione in modo da poter donare nuovamente valore al cibo che mangiamo tutti i giorni, ricordandoci che riconoscere al cibo il suo valore vuol dire anche rispettare noi stessi, l’ambiente, le tradizioni locali e quindi tutte le culture del mondo.