Sempre in maggior crescita è il consumo degli ortaggi in busta. Se nel 2018 l’incremento era del 5%, nei primi tre mesi del 2019 le vendite di ortaggi in busta IV gamma ha avuto un aumento del 6,7%.
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Incremento
Gli ortaggi freschi in busta
Quest’incremento riguarda sia il valore delle vendite delle verdure preconfezionate sia delle quantità acquistate che salgono del 9,8%. Questo ci viene segnalato dall’ISMEA in un report sui consumi alimentari in base ai dati raccolti da Nielsen. Questo succede nonostante il fatto che il segmento degli ortaggi freschi, abbia una flessione dell’1,1% rispetto al 2017. Si è inoltre rilevato un calo dei prezzi, che come detto ha fatto aumentare il quantitativo venduto.
Gli ortaggi in busta sono considerati piatti pronti che “rispecchiano le esigenze del consumatore moderno attento alla salute, ma con poco tempo da dedicare alla preparazione dei pasti, quindi disposto a spendere di più per i sostitutivi dei prodotti tradizionali” osserva ISMEA. Le famiglie italiane acquistano sempre più spesso questi ortaggi, fino ad arrivare a coprire il 16% del totale acquistato.
Varietà
Quali ortaggi in busta si comprano più spesso?
In quest’ambito i prodotti maggiormente acquistati sono le insalate in busta che coprono il 74% del totale delle vendite. Al secondo posto col 18%, troviamo le carote in busta tagliate ala julienne oppure quelle baby, infine l’8% gli ortaggi in busta pronti da cuocere.
Acquirenti
Chi acquista più spesso insalata confezionata e ortaggi?
Gli acquirenti che acquistano maggiormente insalata in busta e ortaggi confezionati sono le coppie di età compresa tra i 45 e i 54 anni, per lo più con un reddito medio alto e che sono residenti nel Nord ovest. Questi acquisti sono fatti perché molto pratici, infatti le verdure fresche in busta sono comunque fresche e percepite come naturali e poco manipolate. In via generale il consumo di questi prodotti sta diventando abituale nel nostro Paese. Basti pensare che nel 2011 solo il 70% delle famiglie utilizzava verdure confezionate, arrivando fino all’81% nel 2018.
Scorrendo i dati dei consumi domestici ISMEA, si scopre che il 52% degli acquisti è fatta da nuclei familiari composti da una o massimo due componenti. I nuclei con più di 5 componenti vede un incremento di oltre 9,2% coprendo una fetta di mercato del 13,4%.
Come si può vedere dai dati, oltre il 55% di coloro che acquistano, sono famiglie con alto o medio alto reddito, il 31% sono invece coloro con reddito medio basso ed il restante 14% sono famiglie con basso reddito. Questo ha portato anche ad un abbassamento significativo del prezzo, permettendo anche a famiglie meno abbienti d’acquistare questi prodotti.