Affrontare lo svezzamento rappresenta un motivo di stress per molti genitori di bambini piccoli. Per fortuna, oggi come oggi esistono diversi consigli che si possono seguire per evitare errori.
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Un’occasione per migliorare l’alimentazione di tutta la famiglia
Sia che si scelga lo svezzamento tradizionale, sia che si opti, invece, per l’autosvezzamento, la fine dell’allattamento esclusivo deve essere vista come un’occasione per migliorare l’alimentazione di tutta la famiglia.
Nel primo caso, pur mangiando cose diverse rispetto agli adulti, il bambino sta a tavola con loro e assorbe quello che è l’approccio al cibo. Nel secondo, invece, il piccolo segue lo stesso menù dei genitori, motivo in più per scegliere alimenti all’insegna della salubrità.
Non iniziare troppo presto
Nonostante le conoscenze sui danni – che vanno dalle intolleranze alimentari ai problemi gastrici – siano più che note, capita ancora oggi di sentire specialisti consigliare l’inizio dello svezzamento a 4 mesi.
Si tratta di un grave errore! A quell’età, il bambino non ha sviluppato alcuni requisiti molto importanti per approcciarsi a cibi diversi dal latte. Tra questi è possibile chiamare in causa l’adeguata preparazione dell’apparato gastrointestinale, così come la perdita del riflesso di estrusione, ossia il movimento della lingua che lo porta a respingere tutti i cibi solidi e semisolidi.
Ultimo ma non meno importante aspetto, non è assolutamente in grado di stare seduto, il che può comportare un aumentato rischio di soffocamento.
Frequenta un corso di disostruzione
Frequentare un corso di disostruzione possibilmente prima che inizi lo svezzamento – l’OMS raccomanda l’allattamento esclusivo fino ai 6 mesi di età – è fondamentale.
Con le giuste manovre, in oltre il 98% dei casi di disostruzione completa delle vie aeree si riesce ad arrivare a una soluzione positiva.
Non bisogna preoccuparsi del costo: associazioni come le pubbliche assistenze locali, infatti, propongono corsi di disostruzione a prezzi più che accessibili (tutti tenuti da medici e personale altamente specializzato).
Prepara il terreno in vista della neofobia
La scienza ha ormai decretato che, tenendo sempre conto delle regole che caratterizzano l’alimentazione sana, durante lo svezzamento si può dare di tutto fin da subito.
Si tratta di un motivo in più per non lesinare nel numero di sapori proposti, cercando di sfruttare la finestra temporale che precede la neofobia alimentare.
Si tratta del periodo più che fisiologico nel corso del quale il bambino sviluppa una forte diffidenza verso tutti i nuovi sapori che si trova davanti – è un meccanismo di protezione che ci arriva da quando dovevamo fronteggiare le minacce della natura – e ci mette anche 6 – 7 assaggi prima di accettare i nuovi cibi.
Lo svezzamento dura fino ai due anni circa
Lo svezzamento dura fino ai due anni circa e termina, convenzionalmente quando al bimbo spuntano i molari, denti che gli permettono, di fatto, anche di triturare gli alimenti più duri.
Da uno a due anni, si può cominciare, moderatamente, a insaporire i cibi, optando per soluzioni come i dadi vegetali senza glutammato, meglio se bio, e le spezie, rigorosamente non piccanti.
I due anni, inoltre, sono il limite prima del quale è importantissimo evitare di somministrare il miele. In questo caso, il problema non riguarda il rischio di soffocamento, ma quello di una malattia potenzialmente fatale come il botulismo.
Dai due anni in poi, può capitare, proprio perché ci si sente meno sulle spine per via delle maggiori capacità del bambino, di abbassare più frequentemente la guardia per quanto riguarda il rischio di soffocamento.
Si tratta di un grave errore e non è affatto un caso che molti degli episodi di soffocamento infantile si verifichino proprio nel range compreso fra i 2 e i 4 anni.
Per evitare problemi, oltre che ripassare i contenuti e le indicazioni del corso di disostruzione, magari anche rifrequentandolo, è opportuno seguire alcune importanti regole, come per esempio il fatto di evitare di somministrare cibo e bevande quando la macchina è in movimento.
Inoltre, il bambino non dovrebbe mai mangiare quando corre e quando gioca.
No alla tecnologia durante i pasti
L’educazione alimentare non passa solo dalla scelta di cibi sani. Essenziale è anche evitare di far mangiare il bambino, a qualsiasi età, davanti ai dispositivi tecnologici che, nel corso dell’infanzia ma anche in età adulta, distolgono dall’ascolto dei segnali di sazietà, fondamentale per mangiare la quantità di cibo giusta e per prevenire aumenti anomali di peso.