Uova di pasqua

Uova di Pasqua: protagoniste del mercato “troppo in anticipo”.

<p>Shirley Cramer, capo della Royal Society for Public Health (organizzazione britannica di salute pubblica), lascia perfettamente intendere il suo pensiero riguardo il rapido arrivo delle uova di cioccolato sul mercato: “molti negozi e supermarket spingono i prodotti legati alla festività troppo presto rispetto alla data stessa dell’evento”.

Ci troviamo nell’epoca del consumismo dove, le festività, rischiano di perdere la loro magia durando almeno un mese.
Siamo soltanto ai primi di aprile e, basandosi su un sondaggio britannico, il 23% della popolazione ha già scartato e mangiato un uovo di Pasqua.
Nei supermercati italiani le uova di cioccolato sono in vendita già dai primi di gennaio trasformandosi in vere e proprie tentazioni per grandi e bambini.

Perché tendiamo ad acquistarle e consumarle in anticipo?

Come si suol dire “occhio non vede, cuore non duole”.

Il mercato, proponendo queste tentazioni in anticipo, trascina la popolazione nel vizio. I bambini, soprattutto, vedendo le uova di Pasqua sugli scaffali, non sanno dire di NO e, con loro, i genitori: tra il dolce e la sorpresa, non sanno proprio resistere.
Infatti, il segreto di questi prodotti non sta soltanto nella cioccolata ma anche nelle misteriose sorprese che contengono al loro interno basate, per lo più, su temi conosciuti quali giocattoli, film, cartoni animati e chi più più ne metta.

Perché preoccuparsi?

Il cioccolato, di per sé, non è un nemico dell’uomo.
Infatti, soprattutto il cioccolato fondente, garantisce benefici di diverso genere: aiuta la circolazione, ad abbassare la pressione, funge da antidepressivo naturale e contiene la teobromina, un alcaloide naturale che interviene, a livello chimico, sul sistema nervoso centrale SNC, stimolando le sinapsi e, dunque, anche la memoria.

Eppure, ricordiamo che: il troppo, guasta.

Un Uovo di Pasqua con cioccolato al latte, contiene poco meno di 2000 calorie (fabbisogno calorico giornaliero di una donna), una quantità che lascia riflettere su temi importanti quali l’obesità inserita anche, e soprattutto, nel contesto infantile.

Continua la Cramer: “Se i supermercati prendessero sul serio l’epidemia di obesità, potremmo raccomandare ai rivenditori di modificare queste strategie di marketing nell’interesse della salute pubblica.”</p>
<p>Infatti, secondo EpiCentroIl portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica:

“Soltanto nel 2017, il 5,6% della popolazione infantile mondiale sotto i 5 anni risultava sovrappeso (in Europa 1 bambino su 3 è in sovrappeso) e in Italia la percentuale di bambini e adolescenti obesi è aumentata di quasi 3 volte rispetto al 1975. Gli ultimi dati ottenuti dalla sorveglianza OKkio alla Salute, riferiscono che il 9,3% dei bambini è obeso e circa il 21% in sovrappeso.”

I dati sono chiari e, pochi sanno, che circa il 50% degli adolescenti obesi rischia di esserlo anche da adulto.
Questo è il motivo per cui è importante la prevenzione.
L’obesità comporta una serie di problematiche quali l’ipertensione, disturbi ormonali, quantità eccessive di colesterolo e trigliceridi e problemi al fegato.

Insomma c’è da dire che, da un piacere, si rischia di imboccare strade dirette a problematiche difficili da sostenere e risolvere.
Sicuramente i supermercati non rendono vita facile alle nostre esistenze in fase d’acquisto ma siamo padroni delle nostre scelte.
Attraverso l’informazione possiamo acquisire motivazioni forti su cui basarci per imparare a dire quel NO e, anche se acquistassimo il nostro uovo di cioccolata prima del tempo, potremmo sempre aprirlo in fase di festa e mangiarlo “in piccole rate”.

In questo modo, non ritroveremo soltanto un piacere nella considerazione della nostra salute ma ritroveremo anche quella magia che soltanto il giorno di festa riusciva a regalarci.

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